Lampada applique in stile Liberty. Primi 900. Integra e in ottime condizioni. L'impianto elettrico è quello originale. Il braccio è lungo cm 32, il diametro del paralume in vetro è di cm 10, base in legno cm 22 x cm 11,5.
Lampada a forma di candelabro della marca "Christofle" France. Periodo anni 50. Ottime condizioni. Altezza cm 41, diametro base cm 14, diametro bocca in cristallo temperato cm 12.
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L'Art Nouveau, e le sue declinazioni assimilate in Italia allo stile floreale o stile Liberty[1] o (soprattutto all'epoca) arte nuova, fu un movimento artistico e filosofico che si sviluppò tra la fine dell'800 e il primo decennio del 1900 e che influenzò le arti figurative, l'architettura e le arti applicate.[2][3]
Il movimento artistico ebbe massima diffusione durante l'ultimo periodo della cosiddetta Belle Époque.
Il nome Art Nouveau ("arte nuova") fu coniato in Francia, nazione nella quale il movimento era noto anche come Style Guimard, Style 1900 o École de Nancy (per gli oggetti d'arte); anche in Gran Bretagna fu noto come Art Nouveau insieme con le definizioni in lingua di Modern Style o Studio Style, mentre in Germania prese il nome di Jugendstil (stile giovane), in AustriaSezessionstil (Secessione), nei Paesi BassiNieuwe Kunst (traduzione di Art Nouveau in olandese), in PoloniaSecesja, in SvizzeraStyle sapin o Jugendstil, in Serbia e CroaziaSecesija, in RussiaModern e, in Spagna, Arte Joven (arte giovane), o più frequentemente, Modernismo.
In Italia il movimento artistico assunse dapprima il nome di arte nuova e successivamente di stile floreale o stile Liberty.
L'espressione «Art Nouveau» fu utilizzata per la prima volta da Edmond Picard nel 1894 nella rivista belga L'Art moderne per qualificare la produzione artistica di Henry van de Velde.[4]
Tuttavia il nome era stato coniato dallo stesso Henry van de Velde insieme con i suoi connazionali Victor Horta, Paul Hankar e Gustave Serrurier-Bovy.[5]
«L'opera di tutti e quattro fu messa assieme, giudicata e studiata attraverso la sola qualità ovviamente comune a tutti: la novità; così ebbe origine il nome Art Nouveau[5]»
Il movimento trae le sue origini dai principi del movimento anglosassone delle Arts and Crafts, che aveva posto l'accento sulla libera creazione dell'artigiano come unica alternativa alla meccanizzazione e alla produzione in serie di oggetti con poco valore estetico.[6]
L'Art Nouveau, rielaborando questi assunti, aprì la strada al moderno design e all'architettura moderna.
Un punto importante per la diffusione di quest'arte fu l'Esposizione svoltasi a Parigi nel 1900, nella quale il nuovo stile trionfò in ogni campo.
Ma il movimento si diffuse anche attraverso altri canali: la pubblicazione di nuove riviste, come L'art pour tous, e l'istituzione di scuole e laboratori artigianali.
A Bruxelles, dove si ebbero le prime manifestazioni mature del nuovo movimento, ebbero un ruolo importante l'ambiente socialista e l'esigenza di uscire dall'ombra della grande e lontana Parigi.
L'Art Nouveau, con le grandi esposizioni, si affermò rapidamente nelle grandi capitali come Parigi, dove l'architetto Hector Guimard progettò le stazioni per la metropolitana, Berlino, dove nel 1898 nacque la Secessione attorno alla figura di Munch, e Vienna, dove gli architetti della Secessione diedero un nuovo aspetto alla città.
Il nuovo stile[7] si affermò tuttavia anche nelle città di provincia più dinamiche, dove assunse un carattere più spiccatamente antiaccademico con elementi di ribellione e provocazione.
A Monaco, Darmstadt e Weimar in Germania le secessioni spesso assunsero una sfumatura antiprussiana, in contrapposizione anche allo scenografico e pomposo stile "guglielmino".
Il caso di città come Nancy, Glasgow, Chicago, è leggermente differente: sono città che subiscono in quegli anni un veloce sviluppo industriale e demografico che porta ad accogliere, nella loro espansione, le nuove tendenze artistiche.
Stessa situazione per una città come Barcellona, a cui però si aggiunse il fattore nazionalistico che in un certo senso accomunò il modernismo catalano alle espressioni dello Jugendstil in Finlandia.
Inoltre, benché il movimento dell'Art Nouveau si ponesse in rottura con la tradizione accademica, non furono estranei i motivi dell'arte tradizionale del posto, che furono accolti più o meno ovunque, soprattutto a Barcellona, Monaco e in Finlandia.
Tra le città italiane di maggior importanza nella storia dell'Art Nouveau si possono citare Torino,[8][9]Milano[10] e Palermo.
Lo stile floreale ebbe la sua prima testimonianza in Italia a Palermo a fine Ottocento e nel 1902 all'Esposizione internazionale d'arte decorativa moderna di Torino, ed in generale alle esposizioni italiane di quegli anni.
Tuttavia la definizione di quello stile oscillava in descrizioni diverse, denotando la grande varietà di interpretazioni stilistiche che lo stile moderno assommava in sé.
Scriveva nel 1906, a margine dell'esposizione di Milano, il critico d'arte Ugo Ojetti:[13]
«Che cos’è lo stile moderno? Lo stile moderno finora, al paragone di tutti gli stili, da quei classici e nostri ai quali si oppone, fino a quelli coloniali cioè asiatici dai quali trae con incomprensibile amore tante ispirazioni, non ha che una definizione: quella di non essere ancóra definibile.
Qui all’Esposizione di Milano esso ripete due caratteri speciali: quello d’incastrare le porte fra due alti piloni a piramide tronca, spesso sormontati da statue, spesso accimati da un’enorme voluta ionica; e quello di far le porte e le finestre ovoidali o rotonde invece che rettangolari.
Quando accetta, per eccezione o per necessità di chiusura, queste porte d’antica e logica forma, non manca mai di rinchiuderle a loro volta dentro un’altra apertura ovoidale o rotonda.
Nel resto, è libero: e forse soltanto per questa sua libertà, crede d’essere moderno.»
Ancora, nel tentativo di dare una definizione più precisa dello stile nuovo, il professor Renzo Canella scriveva nel 1914 per Hoepli:[14]
«Adoperiamo questo nome generico per indicare l'architettura nuova, poiché nessuno di quei nomi, floreale, liberty, ecc. hanno un carattere serio per poter essere universalmente accettati.
Quest'arte non si può chiamare floreale, non corrispondendo a verità, poiché tutta l'arte nuova non intende d' ornarsi solo di fiori e di piante, ma si estende ad ogni campo essendo varia come la fantasia dei costruttori.
Lo stesso si può dire per il nome liberty.
Lo stile liberty non fu che un tentativo di applicare alle linee architettoniche quelle decorative.
Esso fu iniziato in Inghilterra per opera d'un negoziante di drapperie chiamato Liberty e si attenne particolarmente alla linea retta terminante in una curva aggraziata ed elegante; ma presto degenerò nell'arte della scuola secessionista che si basò sul principio imperante della linea contorta.»
L' Art Nouveau, con le sue linee ornamentali e dinamiche, costituì un autentico tentativo di riforma di vita.
Questo movimento si rafforzò sulla scia di altri movimenti precedenti, primo fra tutti l'Arts and Crafts inglese; la corrente riformista volle proporsi come risposta alle conseguenze negative dell'industrializzazione, proponendo un ritorno alla natura e l'adesione a uno stile di vita sano.
I movimenti riformisti trovarono fondamento ai loro principi in teorie biologiche, concezioni filosofiche della vita così come in dottrine spirituali occultiste.
Da queste basi nacque il Modernismo artistico.
Nuove pubblicazioni (manifesti di mostre d'arte, periodici del settore) - come ad esempio Ver Sacrum, la rivista della Secessione Viennese, e Volné Směry (Libere Direzioni) legata all'associazione Spolek Mánes di Praga - divennero l'espressione di una trasformazione di criteri estetici.
L'Art Nouveau trovò la fonte primaria dell'ispirazione nella natura, di cui gli artisti ammiravano la perfezione formale, l'aspetto sfuggente e la forza dinamica e vitale.
Motivi floreali e zoomorfici si diffusero così in tutte le arti applicate: mobili, manufatti in metallo, vetri e ceramiche.
Le linee sinuose e dinamiche incarnano una visione vitalistica del mondo inteso come fenomeno creativo eterno e naturale nell'ambito di una continua rigenerazione organica.
Inoltre gli artisti poterono avere un approccio scientifico alla natura grazie anche al microscopio, alla microfotografia e ai raggi X.
Nei circoli artistici si diffuse un vivo interesse per la teosofia, dottrina che fonda la cognizione dei poteri spirituali occulti su uno studio comparativo dei sistemi religiosi del mondo (ispirati dalle teorie dell'occultista Helena Blavatsky).
Tra i seguaci delle dottrine occultiste incontriamo il ceco Alfons Mucha e gli artisti Simbolisti del gruppo Sursum.
Attraverso le scienze esoteriche e le sedute spiritiche si tentava di svelare i più reconditi misteri dell'esistenza.
In questo nuovo contesto culturale, nacque anche un nuovo senso dell'indipendenza e dell'emancipazione femminile, una femminilità al di fuori dei canoni, sfida al vecchio conservatorismo morale.
Immagini dalla carica erotica più o meno esplicita venivano proiettate su rappresentazioni idealizzate ed eroicizzanti di cantanti d'opera o attrici famose come Sarah Bernhardt o anche cantanti e ballerine di cabaret, incarnanti l'immagine della femme fatale.[15]
L'Art Nouveau in architettura e design degli interni superò lo storicismoeclettico che permeava l'età vittoriana.
Gli artisti dell'Art Nouveau selezionarono e modernizzarono alcuni tra gli elementi del Rococò,[16][17][18] come le decorazioni a fiamma e a conchiglia, al posto dei classici ornamenti naturalistici vittoriani.
Prediligevano invece la Natura per fonte di ispirazione ma ne stilizzarono evidentemente gli elementi e ampliarono tale repertorio con l'aggiunta di alghe, fili d'erba, insetti.[19]
In definitiva il carattere più rivoluzionario della ricerca architettonica fu la completa rinuncia all'ordine architettonico che nonostante alcuni sperimentalismi aveva conservato per tutto il XIX secolo il proprio ruolo dominante in tutto il panorama architettonico, non soltanto accademico.
Tale rinuncia ebbe un carattere permanente e continuerà nel protorazionalismo e nel razionalismo.
Una delle caratteristiche più importanti dello stile è l'ispirazione alla natura, di cui studia gli elementi strutturali, traducendoli in una linea dinamica e ondulata, con tratto «a frusta».
Semplici figure sembravano prendere vita ed evolversi naturalmente in forme simili a piante o fiori.
Come movimento artistico l'Art Nouveau possiede alcune affinità con i pittori Preraffaelliti e Simbolisti, e alcune figure come Aubrey Beardsley, Alfons Mucha, Edward Burne-Jones, Gustav Klimt e Jan Toorop possono essere collocate in più di uno di questi stili.
Diversamente dai pittori simbolisti, tuttavia, l'Art Nouveau possedeva un determinato stile visivo; e al contrario dei Preraffaelliti che prediligevano rivolgere lo sguardo al passato, l'Art Nouveau si formalizzava nell'adoperare nuovi materiali, superfici lavorate, e per l'astrazione al servizio del puro design.
Come per le altre forme d'arte, anche per design e artigianato dominano le forme organiche, le linee curve, gli ornamenti a predilezione vegetale o floreale.
Le immagini orientali, soprattutto le stampe giapponesi, con forme altrettanto curvilinee, superfici illustrate, vuoti contrastanti, e l'assoluta piattezza di alcune stampe, furono un'importante fonte di ispirazione.
Alcuni tipi di linee e curve divennero dei cliché, poi adoperati dagli artisti di tutto il mondo. Altro fattore di grande importanza è che l'Art Nouveau -interpretando appieno il periodo di innovazione tecnologica ed industriale- non rinnegò l'uso dei macchinari come accadde in altri movimenti contemporanei come quello di Arts and Crafts, ma questi vennero usati e integrati nella creazione dell'opera.
In termini di materiali adoperati la fonte primaria furono certamente il vetro e il ferro battuto, anch'essi simbolo della modernità, portando a una vera e propria forma di scultura e architettura.
Nel settore dell'arredo e della produzione di mobili si distinsero i francesi Eugène Vallin, Hector Guimard, Louis Majorelle, l'austriaco Josef Hoffmann, l'italiano Carlo Bugatti, lo scozzese Charles Rennie Mackintosh, lo spagnolo Antoni Gaudí, unitamente ai già citati belgi Victor Horta, Paul Hankar, Gustave Serrurier-Bovy, Henry van de Velde le cui opere influenzarono una più vasta platea di ebanisti attivi a livello locale (Auguste Metgé, ecc.).
Decorazione. Privat-Livemont, graffito su un edificio di Bruxelles, c. 1900.
Anche in Italia il Liberty si affermò nel disegno degli arredi; all'Esposizione internazionale di Milano del 1906 furono presentate numerose soluzioni di arredamento anche per alberghi che Ercole Arturo Marescotti descriveva così: «Come stile predomina il nouveau, camuffato talvolta in Enrico II, innestato al Liberty con una leggera punta al floreale.
Questo nouveau style si attaglia certo ottimamente agli arredi degli alberghi, come pare in trionfo nei Comitati delle esposizioni italiane.
Certo non richiede studi soverchi in disegnatori, genialità di scultori in legno, dovizia di legname.
Ha un’apparenza simpatica, piacevole, gaia. Viola serenamente le antiche leggi di armonia e di statica, ma non ve lo fa capire.
Il canterano scivola verso l'armadio e vi si fonde; le gambe dei tavolini disegnano dogli Y e delle K, allarmandosi sulla loro stabilità, ma l’aria circola liberamente e la polvere non si arresta e feconda parassiti in troppo classici rabeschi».[20]
La lavorazione del vetro fu un campo in cui questo stile trovò una libera e grandiosa forma espressiva come i lavori di Louis Comfort Tiffany a New York o di Émile Gallé e i fratelli Daum a Nancy in Francia.
Un vaso di Daum c. 1900.
In gioielleria l'Art Nouveau ne rivitalizzò l'arte, con la natura come principale fonte di ispirazione, arricchita dai nuovi livelli di virtuosismo nella smaltatura e nell'introduzione di nuovi materiali, come opali o pietre semipreziose.
L'aperto interesse per l'arte giapponese e l'ancora più specializzato entusiasmo per la loro abilità nella lavorazione dei metalli, promosse nuove tematiche e approcci agli ornamenti.
Per i primi due secoli l'accento fu posto sulle gemme, specialmente sul diamante, e il gioielliere o l'orafo si occupavano principalmente di incastonare pietre, per un loro vantaggio puramente economico.
Ma ora stava nascendo un tipo di gioielleria completamente differente, motivato più da un artista-designer che da un gioielliere in sola qualità di incastonatore di pietre preziose.
Furono i gioiellieri di Parigi e Bruxelles che crearono e definirono l'Art Nouveau in gioielleria, e fu in queste città che vennero creati gli esempi più rinomati.
La critica francese dell'epoca fu concorde nell'affermare che la gioielleria stava attraversando una fase di trasformazione radicale, e che il disegnatore di gioielli francese René Lalique ne era il fulcro.
Lalique glorificò la natura nella sua arte, estendendone il repertorio per includere nuovi aspetti — libellule o erba—, ispirati dall'incontro tra la sua intelligenza e l'arte giapponese.
I gioiellieri si dimostrarono molto acuti nel richiamarsi con il nuovo stile a una nobile tradizione guardando indietro, al Rinascimento, con i suoi monili in oro lavorato e smaltato, e la visione del gioielliere come artista prima che artigiano.
Nella maggior parte delle opere di quel periodo le pietre preziose retrocessero in un secondo piano.
I diamanti furono per lo più utilizzati con un ruolo secondario, accostati a materiali meno noti come il vetro, l'avorio e il corno.
Bellissima lampada periodo Space Age vetro soffiato bianco e metallo. La base in legno e' scrostata in alcuni punti. Facilmente restaurabile. Il paralume in metallo si puo' regolare in altezza.
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Lampada in stile Tiffany anni 20 è un tipo di lampada con un paralume fatto di vetro disegnato da Louis Comfort Tiffany e dal suo studio di design. Lampada in stile Tiffany anni 20
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Le lampade Tiffany sono considerate parte del movimento dell'Art Nouveau. Lampada in stile Tiffany anni 20
A causa dell'influenza dominante di Tiffany sullo stile, il termine "lampada Tiffany" o "lampada in stile Tiffany" è stato spesso usato per riferirsi a qualsiasi lampada di vetro piombato colorato, anche quelle non fabbricate dalla società di Louis Comfort Tiffany. Lampada in stile Tiffany anni 20
La prima lampada Tiffany fu creata intorno al 1895. Lampada in stile Tiffany anni 20
Ciascuna lampada era fatta a mano da abili artigiani, e non prodotta in massa o da macchine.Lampada in stile Tiffany anni 20
Il suo designer non era, come si era pensato per oltre 100 anni, Louis Comfort Tiffany, ma un'artista precedentemente sconosciuta di nome Clara Driscoll, che fu identificata nel 2007 dal professor Martin Eidelberg dell'Università Rutgers come la designer principale dietro le più creative e preziose lampade di vetro piombato prodotte dai Tiffany Studios.[1][2]
La prima iniziativa commerciale di Tiffany fu un'impresa di design degli interni a New York, per la quale disegnò vetrate colorate. Lampada in stile Tiffany anni 20
Le lampade Tiffany guadagnarono popolarità dopo la Fiera Mondiale Colombiana a Chicago del 1893, dove Tiffany espose le sue lampade in una cappella di stile bizantino. Lampada in stile Tiffany anni 20
La sua presentazione catturò lo sguardo di molte persone, soprattutto Wilhelm Bode e Julius Lessing, direttori dei musei statali di Berlino. Lampada in stile Tiffany anni 20
Lessing acquistò alcuni pezzi da esporre nel Museo delle arti decorative, rendendolo il primo museo europeo a possedere vetri Tiffany. Lampada in stile Tiffany anni 20
Benché l'opera di Tiffany fosse popolare in Germania, altri paesi, come la Francia, non ne furono altrettanto conquistati a causa della sua relazione con gli oggetti d'artigianato americano. Lampada in stile Tiffany anni 20
Tiffany riuscì a entrare nel mercato francese solo affidando la produzione delle sue opere a Siegfried Bing, con l'assistenza di molti artisti francesi. Lampada in stile Tiffany anni 20
Senza l'accesso e i contatti di Bing in Europa, Tiffany non avrebbe avuto tanto successo vendendo le sue opere a un pubblico europeo. Lampada in stile Tiffany anni 20
Il successo di Tiffany in tutta Europa fu dovuto in gran parte al successo delle sue opere nei mercati tedesco e austro-ungarico attraverso una serie di esposizioni, a cominciare dal 1897 all'Esposizione Internazionale d'Arte a Dresda. Lampada in stile Tiffany anni 20
Dopo che l'associazione fra Tiffany e Bing finì, l'interesse per i prodotti di Tiffany cominciò lentamente a declinare in Europa. Lampada in stile Tiffany anni 20
La maggioranza delle lampade Tiffany si possono raggruppare in una delle seguenti sette categorie:
Le lampade con Bordo superiore e inferiore irregolare recano un margine a corona traforata che aiuta a simulare un ramo, un albero o un arbusto. Lampada in stile Tiffany anni 20
La categoria Favrile, che significa fatta a mano, identifica le prime lampade che Tiffany fabbricò con questa etichetta.
Le sue iniziali LCT più tardi sostituirono il marchio Favrile. Lampada in stile Tiffany anni 20
La categoria Geometrica, fatta primariamente dagli artigiani maschi, parla da sé. Gli artigiani di Tiffany usavano foLampada in stile Tiffany anni 20rme come triangoli, quadrati, rettangoli e ovali per formare questi modelli per quelle lampade. Lampada in stile Tiffany anni 20
Poi c'è il gruppo Transizione di fiori, che è suddiviso nelle lampade del Cono e del Globo fiorito. Lampada in stile Tiffany anni 20
Tutte queste lampade seguono un disegno naturale o botanico usando fiori, libellule, ragni con le tele, farfalle e piume di pavone. Lampada in stile Tiffany anni 20
La differenza tra queste due categorie minori è nelle forme delle lampade, fondamentalmente un cono e un globo. Lampada in stile Tiffany anni 20
Ogni lampada è preparata usando il metodo della foglia di rame. Lampada in stile Tiffany anni 20
Prima si disegna un modello per la lampada su un pezzo di cartone spesso. Lampada in stile Tiffany anni 20
Poi si scrive un numero e un colore del vetro sul pezzo del modello. Lampada in stile Tiffany anni 20
Dopo che il modello è disegnato ed etichettato, su di esso viene posato il vetro, sul quale viene tracciato il modello.
A questo punto, i pezzi possono essere tagliati e molati nella loro forma corretta. Lampada in stile Tiffany anni 20
Poi occorre pulirli in modo che la foglia di rame si possa applicare ai margini. Lampada in stile Tiffany anni 20
La soluzione della foglia di rame permette ai pezzi di aderire insieme. Lampada in stile Tiffany anni 20
Dopo che la lampada è stata montata in modo corretto ed è completamente unita, occorre saldare insieme i margini per una solida tenuta. Infine, dopo la saldatura, la lampada viene pulita per farne risaltare la bellezza.
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Collezioni
Società storica di New York, Central Park West all'incrocio con la 77ª Strada Ovest – 132 lampade nella Collezione di cristalli Tiffany del Dr. Egon Neustadt[5]