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Vestitino Gabriella a fiori anni ’80 viola e verdi taglia 46

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Vestitino Gabriella a fiori anni ’80 viola e verdi taglia 46

Vestitino vintage anni ’80.

Vestitino con sfondo nero a fiori verdi, viola e marroni.

Vestitino Gabriella a sfondo nero con motivi floreali.

Vestitino vintage anni 80 in ottime condizioni.
Vestitino vintage taglia 46. Marca: Gabriella. Prodotto made in Italy.

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Descrizione

Vestitino Gabriella a fiori anni ’80 viola e verdi taglia 46

Vestitino vintage anni ’80.

Vestitino con sfondo nero a fiori verdi, viola e marroni.

Vestitino Gabriella a sfondo nero con motivi floreali.

Vestitino vintage anni 80 in ottime condizioni.
Vestitino vintage taglia 46. Marca: Gabriella. Prodotto made in Italy.

MODERNARIATO: https://www.portobellomania.com/product/borsone-in-cuoio/

Tubino

Il tubino (spesso chiamato anche tubino nero, per via dell’identificazione con il suo colore più diffuso) è un particolare tipo di abito femminile da sera o da cocktail. Il taglio consiste semplicemente in un abito corto e senza maniche.

Vestitini - Dress

Il tubino fu inventato nel 1926 dalla stilista Coco Chanel col nome di Petite robe noire (vestitino nero), e con l’intenzione di creare un abito adatto per qualunque occasione.

La popolarità del capo aumentò negli anni sessanta dopo che Audrey Hepburn lo indossò nel celebre film Colazione da Tiffany.

Il modello indossato dalla Hepburn è stato venduto all’asta da Christie’s per 410.000 sterline nel 2006.

Il tabloid inglese Daily Mail ha pubblicato un sondaggio dal quale è risultato che secondo il 75% delle donne intervistate, il tubino è risultato essere il capo d’abbigliamento più importante nella storia dell’abbigliamento, davanti ai jeans e al reggiseno Wonderbra.

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La giornalista italiana Camilla Cederna era solita chiamare il tubino con l’appellativo scemarello

Il baby-doll

Il baby-doll è un indumento femminile da notte, costituito da una specie di camiciola molto corta, spesso con slip coordinati e usata per dormire al posto del pigiama.

Può essere fatta di vari materiali (seta, fibre sintetiche, tessuti trasparenti), e arricchita da frange o ornamenti lungo i bordi.

Nato per essere un sostituto del pigiama, è considerato parte della lingerie ed usato principalmente come mezzo di seduzione, nonché come abbigliamento sexy.

Infatti un baby-doll ben fatto mette in evidenza le gambe, i glutei ed il seno, ed è usualmente corto abbastanza da lasciare quasi interamente scoperte le cosce.

Il nome “doll” è il termine inglese per la parola “bambola” ma è anche il diminutivo di “Dorothy”, il nome del personaggio interpretato da Carroll Baker, che lo indossava, sensualmente, nel film del 1956 Baby Doll – La bambola viva del regista Elia Kazan, pellicola che ha lanciato l’uso del baby-doll come arma di seduzione.

Risulta chiaro che, colei che lo usa quindi come arma di seduzione è, per il proprio partner, una “piccola bambola”, appunto una “Baby-Doll”.

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Secondo un’altra versione, baby-doll non è assolutamente la trasformazione vezzeggiativa di “Dorothy”, ma è più credibilmente la definizione di un capo di abbigliamento che trae il suo nome dalla fattura semplice che ricordava il vestitino delle bambole che poi a sua volta era una semplificazione del vestitino delle bambine, fatto cioè a campana con bretelline o meno e corto sulle ginocchia.

Bambola si traduce con “doll”, bambina con “baby” ed infine il verbo agghindare si traduce con “to doll up” e, conseguentemente, se vogliamo escludere la bambola, si finisce inevitabilmente in “agghindata a bambina”.

Tailleur

Il tailleur (pron. francese: [taˈjœːʁ])[1] è un indumento completo dell’abbigliamento femminile, composto da due pezzi.

Quasi sempre di taglio elegante e confezionato con tessuti di buona qualità, può essere composto – in combinazione – da una giacca abbinata a una gonna (talvolta a tubino) oppure a dei pantaloni.

È il corrispettivo dell’abito completo da uomo e in lingua inglese viene chiamato lady’s suit.

Per l’uso distintivo che se ne può fare, ha assunto con il tempo il valore di uno status symbol, quale capo di abbigliamento in grado di influenzare, se non condizionare, il costume.

Il termine tailleur, di lingua francese, è omologo a quello che definisce l’artigiano sarto (in caso di maestri sarti si parla di maître-tailleur).

Il capo di vestiario – del quale è celebre il modello creato dalla stilista francese Coco Chanel – è confezionato solitamente utilizzando un medesimo tipo di stoffa per entrambi i pezzi di cui è composto.

La giacca, detta anche jaquette, è solitamente a manica lunga.

Abitualmente, viene indossato con una camicetta (chemisier) o su una maglia a girocollo con scollatura di ampiezza variabile e in stoffa pregiata (comunemente chiamata top) e accompagnato da scarpine eleganti a tacco alto e a décolletée, completando talvolta la mise con un cappello.

Secondo il Dizionario della moda online[2], il primo tailleur fu confezionato nel 1885 dal sarto inglese John Redfern: committente era la principessa del Galles.

Solo dalla fine dell’XIX secolo il capo di vestiario passò da indumento riservato a occasioni informali (da indossare essenzialmente al mattino) a modello della vita attiva con una forte connotazione di libertà (anche nei movimenti), quasi a segnare – sorta di femminismo ante litteram – i progressi dell’emancipazione femminile.

Un antesignano del tailleur si trovava in uso già nel XVII secolo quando fra gli indumenti che le signore usavano indossare vi era la cosiddetta hongreline, una giacca appuntata sulla parte anteriore e chiusa da una cintura, indossata con una gonna della medesima stoffa.

Nel secolo successivo, la giacca venne sostituita dal casaquin (leggera casacchina) o dal caraco.

La massiccia urbanizzazione e la pratica dello sport hanno poi contribuito a rendere maggiormente popolare il tailleur , valorizzato ulteriormente nel XX secolo dal talento creativo di stilisti come Chanel e Christian Dior.

Negli anni sessanta, un altro noto creatore di modaYves Saint-Laurent – ha lanciato il look androgino per le donne fornendole di uno smokingpantaloni[3].

Dopo un calo di popolarità negli anni settanta, il tailleur è tornato in auge nei successivi anni ottanta cavalcando il rampantismo professionale delle donne in carriera.

In particolare Giorgio Armani, nell’ambito del fenomeno del Made in Italy lanciò la giacca disossata per l’uomo e per la donna. Si trattava di un capo privo di imbottiture sulla schiena e sui fianchi, che cadeva mollemente sul corpo.

Jacqueline Kennedy

 

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