Opera artistica Masseria Papi 1990
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Opera artistica masseria Papi 1990.
Masseria di campagna 1990.
Il quadro firmato dell’artista Papi rappresenta una Masseria di campagna del 1990.
La tela ad olio…. con colori sgargianti
Puoi trovare altre opere d’arte cercando nella categoria: Quadri
Per ulteriori informazioni: https://it.wikipedia.org/wiki/Masseria
Puoi vedere anche : Opera Pino Caruso
Descrizione
Opera artistica masseria Papi 1990.
Masseria di campagna del 1990.
Il quadro firmato dell’artista Papi rappresenta una Masseria di campagna del 1990.
La tela ad olio…. con colori sgargianti
Puoi trovare altre opere d’arte cercando nella categoria: Quadri
Alcune informazioni sulla masseria:
La masseria[1] (detta anche massarìa, mentre il fattore della masseria viene chiamato massàro o massàio[2][3]) è un insieme di edifici rurali adibiti ad abitazioni, ricovero animali e supporto per i titolari di aziende agricole tipiche dell’Italia meridionale.
Il termine deriva dalla parola “masserizie” (suppellettili, mobili, attrezzi di uso agricolo e pastorale, depositi granari, depositi di alimenti per le persone e per gli animali).
Tali venivano conservate e protette all’interno di grandi, tipiche costruzioni in pietra e/o in mattoni, dove vivevano imprenditori agricoli, proprietari di aziende agricole, contadini e pastori.
Alcune, di proprietà di famiglie di origine nobiliare e di censo elevato, erano anche fortificate e munite di cinte murarie e torri difensive.
Storia
La nascita della masseria fu spesso un prodotto della colonizzazione baronale di vaste aree interne abbandonate e incolte.
Negli anni tra il XVI secolo e il XVIII secolo, quando la Spagna, per approvvigionarsi dei cereali, concedeva la licenza di ripopolamento ai nobili del Regno delle Due Sicilie.
I nobili arrivavano a fondare perfino dei veri e propri villaggi nei dintorni della costruzione originaria.
In Basilicata tra ‘700 e ‘800 diventarono ancora più numerose all’abolizione della feudalità, con lo smembramento dei grandi latifondi appartenenti alla antica nobiltà feudale o alle grandi organizzazioni ecclesiastiche.
Con le famiglie borghesi le masserie raggiunsero un maggiore livello di espansione e di produttività agricola (produzione di cereali) o pastorale.
In seguito, specie nelle zone più ricche e dove l’agricoltura più fiorente permise ai proprietari di recarvisi in vacanza, iniziarono a trasformarsi progressivamente fino ad assumere la dignità di “villa” o “casino di campagna”.[4]
In Puglia, in particolar modo in Valle d’Itria e nelle campagne delle provincie Taranto, Bari, Brindisi, Lecce e in Capitanata, nelle zone di tradizionale uso agricolo, sono sopravvissute al tempo tali costruzioni di notevole volume ed estensione spesso in abbandono.
Sempre più frequentemente vengono restaurate e riutilizzate come aziende agrituristiche.
A partire dagli anni novanta del Novecento si è diffuso il recupero di alcune di queste masserie storiche che vengono ristrutturate per adibirle ad agriturismi e a bed and breakfast.
In tal modo si raggiunge anche l’importante obiettivo di garantire la salvaguardia e la conservazione di tali storici monumenti.
A differenza di simili esperienze europee (i paradores in Spagna o i Relais & Châteaux francesi)[senza fonte] queste attività non sono gestite dallo Stato, ma dai privati, generalmente i singoli proprietari.
Struttura
Costituiva l’espressione di un’organizzazione economica legata al latifondo, la grande proprietà terriera che alimentava anche le rendite delle classi aristocratiche e della borghesia.
Le masserie erano quindi delle grandi aziende agricole abitate, spesso, anche dai proprietari terrieri.
Ma la grande costruzione rurale comprendeva pure gli alloggi dei contadini, in certe zone anche solo stagionali, le stalle, i depositi per i foraggi e i raccolti, i locali per la lavorazione dei prodotti (palmento, caseificio e frantoio).
La masseria ripropone lo schema della casa con corte agricola di tradizione mediterranea.
Di questa ha in comune quasi sempre il recinto, costituito da un muro alto e fortificato, e un unico ampio spazio centrale (corte o cortile) anche con funzione di aia, su cui si affacciano gli ingressi dei vari edifici di residenza e lavoro.
Nelle masserie più recenti il perimetro fortificato è meno evidente e il recinto è più ampio.
Infatti le masserie hanno avuto molte trasformazioni nel tempo, soprattutto tra il XIX e il XX secolo, per adeguarle al gusto e alle esigenze dei proprietari per cui non sempre vi sono leggibili le forme originali.
A volte sono state trasformate in ville di residenza estiva dai proprietari più recenti, trasferendo altrove i locali di lavoro e di residenza del personale agricolo.
Le poche aperture e finestre rivolte verso l’esterno sono sormontate dalle “Caditoie”, aperture poste sui muri perimetrali del tetto dalla cui “bocca” si facevano cadere pietre e altri materiali pesanti che cercavano d’impedire l’accesso all’interno dei locali.
L’Esterno
Una porta grande d’ingresso sbarrata da un robusto portone permetteva l’accesso al grande cortile anche alle carrozze e ai carriaggi da trasporto.
In genere una parte dell’edificio a scopo abitativo aveva uno o più piani alti nei quali abitava il “padrone” e la sua famiglia.
I piani bassi erano adibiti all’uso abitativo dei contadini e come depositi delle provviste e dei foraggi.
All’interno del cortile vi erano anche le stalle per i cavalli o per i muli, per i bovini, ovini e suini, nonché i locali per polli, conigli e volatili vari di allevamento.
Altri locali servivano per il deposito degli attrezzi da lavoro e come ricovero di carrozze e carri agricoli.
Il forno e le cisterne per la raccolta dell’acqua piovana permettevano la completa indipendenza da paesi e villaggi.
Nelle masserie più importanti era presente anche una piccola chiesa.
Per ulteriori informazioni: Masseria
Puoi vedere anche: Opera di Pino Caruso