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Quadro naif copia Botero modernariato mongolfiera con bambini anni 90

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Quadro naif copia Botero modernariato mongolfiera con bambini anni 90

Quadro naif Copia Botero.

Il quadro rappresenta una mongolfiera con bambini che si divertono. I colori sono molto vivaci. la cornice azzurra risalta l’opera. L’artista e’ sconosciuto.

Il quadro naif di pittore sconosciuto e’ una bellissima copia di un’opera dell’artista spagnolo Botero.

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Descrizione

Quadro naif copia Botero modernariato mongolfiera con bambini anni 90

Quadro naif Copia Botero.

Il quadro naif rappresenta una mongolfiera con bambini che si divertono. I colori sono molto vivaci. la cornice azzurra risalta l’opera. L’artista e’ sconosciuto.

Il quadro naif copia di una celebre opera del pittore spagnolo Botero.

Alcune notizie su Fernando Botero:

Nasce da David Botero (18951936), uomo d’affari, e dalla sarta Flora Angulo (18951972), secondo di tre figli.

Il fratello minore, Rodrigo, venne alla luce poco tempo dopo la morte del padre. Da bambino subisce il fascino dell’architettura barocca e delle illustrazioni della Divina Commedia di Dante Alighieri.

Successivamente dichiarerà di “non aver mai dipinto nulla di diverso dal mondo come lo conosceva a Medellín“.

A 16 anni già disegna le illustrazioni per i supplementi di “El Colombiano”,[1] il giornale più importante della sua città natale. Giovanissimo, nel 1948 espone per la prima volta a Medellín.

Nel 1952 vince, con Sulla costa, il secondo premio al IX Salone degli artisti colombiani, organizzato presso la Biblioteca Nazionale di Bogotà: investe il denaro del premio per un viaggio di studio in Europa.

In Spagna visita il Museo del Prado di Madrid, dove conosce fra gli altri anche le opere di Francisco Goya e Tiziano. A Parigi medita sull’arte d’avanguardia francese e decide di interessarsi degli antichi pittori.[2]

Giunge infine in Italia, dove entra in contatto con le maggiori opere del Rinascimento italiano, soprattutto di Giotto e di Andrea Mantegna che lo ispirano particolarmente tanto da riprodurre diverse copie dei loro capolavori, pur non disdegnando gli altri autori della scuola senese, e della Toscana, in generale.

Secondo Botero, il dipingere deve essere inteso come una necessità interiore, un bisogno che porta ad un’esplorazione ininterrotta verso il quadro ideale. Tuttavia, questo bisogno rimane sostanzialmente inappagato.

Il colore rimane tenue, mai esaltato, mai febbrile, generalmente steso in campiture piatte ed uniformi, senza contorni. Da notare l’assenza totale delle ombreggiature nei suoi dipinti, perché essi, secondo Botero “… sporcherebbero l’idea del colore che desidero trasmettere”.[3]

Caratteristica della sua pittura è l’insolita dilatazione che subiscono i suoi soggetti, che acquistano forme insolite, quasi irreali, ma con un proprio fascino.

Ma è un passaggio necessario per ben far comprendere la necessità di colore delle sue opere. L’artista si rivela sostanzialmente distante dai suoi soggetti.

Ed è proprio questa freddezza che fa scomparire dai personaggi la dimensione morale e psicologica.

Gli sguardi sono sempre persi nel vuoto, gli occhi non battono, sembra quasi che osservino senza guardare.[1]

Interessante anche la rappresentazione del tempo, elemento presente in molte opere di Botero, in cui lo stesso soggetto può essere raffigurato in momenti diversi; in altre il tempo è simboleggiato da orologi.[12]

Importante anche la trattazione dei temi sacri, cui Botero dedica molte sue creazioni, permeando l’intera produzione: dai suoi paesaggi urbani emergono regolarmente grandi cattedrali, campanili, cupole; così come appare spesso considerato il soggetto della maternità, nel quale talvolta l’autore identifica la Madonna con il Bambino.

In un disegno del 2006, l’artista riprende una scena già dipinta in precedenza, rimuovendo tuttavia alcuni dettagli moderni a lui cari (l’orologio della madre, la poltrona) e rappresentando il bambino con una ferita sul costato.[13] Frequenti anche i ritratti di religiosi ed ecclesiastici.

Altro problema sociale affrontato costantemente è quello della violenza, derivato dalla vita quotidiana della Colombia negli anni quaranta dello scorso secolo; più in generale, Botero dipinge conservando le impressioni della sua infanzia, che sfociano in forme grandi e sproporzionate, come quelle avvertite da un bambino.[14]

Importante anche la trattazione dei temi sacri, cui Botero dedica molte sue creazioni, permeando l’intera produzione: dai suoi paesaggi urbani emergono regolarmente grandi cattedrali, campanili, cupole; così come appare spesso considerato il soggetto della maternità, nel quale talvolta l’autore identifica la Madonna con il Bambino. In un disegno del 2006, l’artista riprende una scena già dipinta in precedenza, rimuovendo tuttavia alcuni dettagli moderni a lui cari (l’orologio della madre, la poltrona) e rappresentando il bambino con una ferita sul costato.[13] Frequenti anche i ritratti di religiosi ed ecclesiastici.

Altro problema sociale affrontato costantemente è quello della violenza, derivato dalla vita quotidiana della Colombia negli anni quaranta dello scorso secolo; più in generale, Botero dipinge conservando le impressioni della sua infanzia, che sfociano in forme grandi e sproporzionate, come quelle avvertite da un bambino.[14]

Botero

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